L’Osteopatia Biodinamica e le sue applicazioni

La Biodinamica in campo osteopatico ha radici molto profonde nel tempo, trae le proprie origini partendo dagli studi condotti dal dr. W.A. Sutherland a metà degli anni ’30.

Dopo aver scoperto un ciclo ritmico nelle ossa craniche, che definì Meccanismo di Respirazione Primario (M.P.R) anche conosciuto come meccanismo craniosacrale, cercò di descrivere le cinque componenti che funzionano come un insieme unificato:

  1. La fluttuazione del liquidi cefalo rachidiano (LCR) e il suo movimento come fosse una marea
  2. La motilità intrinseca del sistema nervoso centrale
  3. La mobilità delle membrane a tensione reciproca
  4. La mobilità articolare delle ossa craniche
  5. La mobilità involontaria del sacro tra le iliache

 

A.W. Sutherland

A.W. Sutherland – “Anziché applicare una forza cieca dall’esterno, lascia che sia la funzione fisiologica interna a manifestare la sua infallibile potenza”

Successivamente furono i suoi allievi J. Jealous, R.Fulford e R.Becker che presero in mano i suoi studi e li portarono avanti fondando l’Osteopatia Biodinamica in ambito Craniale (O.B.C.) il cui nome venne attinto dagli studi di E.Blechsmidt (Embriologo tedesco).

L’osteopatia Biodinamica definita anche “Movimento Presente e Quiete” è un approccio delicato al paziente, quindi una metodica senza alcuna controindicazione. L’operatore entra in contatto con il corpo del paziente con un tocco lieve, aiutando e sostenendo l’autocorrezione con la conseguente auto guarigione del paziente stesso. Il Dr. Becker insegnava ai suoi studenti che il medico non “ripara” niente nel paziente, assiste invece il suo corpo durante il processo di guarigione.

L’osteopata avrà il compito di sostenere l’organismo del paziente fino a raggiungere uno

“stato di neutro”.

I campi d’applicazione sono molteplici, dalle disfunzioni neonatali ai disturbi comportamentali nel bambino, dalle donne in gravidanza/post gravidanza a chi presenta osteoporosi, quindi in tutti quei casi dove le manovre dirette possono comportare un limite.

Oltre questi casi anche per tutti gli altri disturbi, la Biodinamica rimane un approccio valido per aiutare il paziente nella via dell’autoguarigione.